Come ortopedico mi occupo da anni di interventi di protesi al ginocchio e all’anca. Nella mia esperienza chirurgica degli ultimi 5 anni, ho avuto modo di raccogliere dati importanti sulle diverse tecniche di ricostruzione dell’apparato estensore del ginocchio (il complesso ti tendini e ossa della parte anteriore del ginocchio) che permettono l’estensione attiva dell’articolazione. Lavorando in un centro ad alto volume di chirurgia protesica, con un’alta specializzazione per i casi complessi e di revisione, riceviamo ogni anno decine di pazienti che necessitano di un intervento di cambio protesi. Quando al fallimento dell’impianto si associa anche una lesione dell’apparato estensore (di cui fa parte il tendine rotuleo), la difficoltà della procedura di revisione cresce e la ripresa di una normale funzione articolare non è scontata. È necessario conoscere e saper applicare tecniche di ricostruzione anche molto complesse. In questo studio ne abbiamo confrontate tre: due tecniche di trapianto omologo, cioè utilizzando tendini di banca (tendine d’Achille o apparato estensore completo) ed una tecnica di trapianto autologo, ricorrendo all’utilizzo di alcuni tendini prelevati dal paziente stesso. I dati di questa ricerca sono contenuti in una pubblicazione scientifica del 2016 sulla prestigiosa rivista internazionale KSSTA, e sono stati presentati nel 2017 al congresso dell’American Academy of Orthopedic Surgeons (AAOS) a San Diego, e a quello della Società Europea del Ginocchio (EKS) a Londra.